Sulla rinunzia alla pretesa creditoria e sulle sue conseguenze sul giudizio di ottemperanza

• Cons. Stato, sez. IV, 25 gennaio 2023, n. 848 – Pres. Poli, Est. Loria

Giustizia amministrativa – Giudizio di ottemperanza – Rinuncia al credito ed alle azioni esecutive – Rilevabilità d’ufficio – Conseguenze

La rinuncia, da parte del creditore, alla pretesa sostanziale ed alle azioni giudiziarie sulla base di una pregressa transazione, integra un fatto - ab origine estintivo dell’azione e dell’interesse ad agire in sede di ottemperanza – che può essere rilevato dal giudice ex officio, e per la prima volta anche in appello, ove risulti dagli atti, poiché costituisce non una eccezione in senso stretto bensì una mera difesa (1).

Giustizia amministrativa – Appello – Sentenza plurimotivata - Ordine di esame delle questioni – Assorbimento – Condizioni

Qualora la sentenza impugnata si fondi su autonome rationes decidendi, tutte convergenti nel senso della reiezione della domanda proposta in primo grado, è sufficiente che una di esse sia confermata per rendere inutile l’esame dei mezzi di gravame che contestano gli ulteriori capi (2).
 

    (1) Non risultano precedenti conformi.

    (2) Conformi: Cons. Stato, Ad. plen., n. 5 del 2015; Cons. Stato, sez. IV, n. 6915 del 2022; Cons. Stato, sez. IV, n. 6827 del 2018;

    Difformi: non risultano precedenti difformi.

• Nel caso di specie, era stato stipulato accordo transattivo, cui era stata riconnessa in astratto efficacia novativa del diritto di credito vantato, ma in concreto recante effetti estintivi di una posizione creditoria accertata da un precedente giudicato. Il Consiglio di Stato ha ritenuto che la rinuncia, da parte del creditore, alla pretesa sostanziale ed alle azioni giudiziarie sulla base di una pregressa transazione, integrasse un fatto ab origine estintivo dell’azione e prima ancora dell’interesse ad agire (in questo caso in sede di ottemperanza) e dunque ben potesse essere rilevato dal giudice ex officio e per la prima volta anche in appello, ove risultante dagli atti, poiché costituisce non una eccezione bensì una mera difesa.