Rinvio pregiudiziale alla CGUE in materia di acte claire

• Cons. St., sez. IV, 14 luglio 2022, n. 6013 - Pres. Poli, Est. Martino

Processo amministrativo - Rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia UE- Obbligo - Limiti – Quesito

Il Giudice remittente chiede di conoscere:

"1) se la corretta interpretazione dell’art. 267 TFUE imponga al giudice nazionale, avverso le cui decisioni non possa proporsi un ricorso giurisdizionale di diritto interno, di operare il rinvio pregiudiziale su una questione di interpretazione del diritto dell’Unione europea rilevante nell’ambito della controversia principale, anche qualora, - tenuto conto (a) della terminologia e del significato propri del diritto dell’Unione attribuibili alle parole componenti la relativa disposizione, (b) del contesto normativo europeo in cui la stessa è inserita e (c) degli obiettivi di tutela sottesi alla sua previsione, nonché (d) considerando lo stadio di evoluzione del diritto europeo al momento in cui va data applicazione alla disposizione rilevante nell’ambito del giudizio nazionale da un lato, sotto un profilo oggettivo, possa escludersi un dubbio interpretativo sul significato da attribuire alla pertinente disposizione europea, ma dall’altro, sotto un profilo soggettivo, non sia possibile provare in maniera circostanziata che l’interpretazione fornita dal giudice procedente sia la stessa che potrebbe essere data dai giudici degli altri Stati membri e dalla Corte di giustizia stessa ove investiti di identica questione; 2) se – per salvaguardare i valori costituzionali ed europei della indipendenza del giudice e della ragionevole durata dei processi – sia possibile interpretare l’art. 267 TFUE, nel senso di escludere che il giudice supremo nazionale, che abbia preso in esame e ricusato la richiesta di rinvio pregiudiziale di interpretazione del diritto della Unione europea, sia sottoposto automaticamente, ovvero a discrezione della sola parte che propone l’azione, ad un procedimento per responsabilità civile e disciplinare".