Sulla qualificazione di impresa di rilevanza strategica per l'economia nazionale ai fini della sottoscrizione di un protocollo di legalità

• T.a.r. per la Sicilia, Catania, sezione V, 7 ottobre 2024, n. 3293 – Pres. ed est. Barone

Impresa e imprenditore – Rilevanza strategica per l’economia nazionale – Sottoscrizione protocollo di legalità – Vettore porto di rilevanza nazionale – Insufficienza

È legittimo il diniego del Ministero dell’Interno alla sottoscrizione di un protocollo per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di criminalità organizzata ex art. 83-bis del d.lgs. n. 159 del 6 settembre 2011, motivato con riferimento alla mancanza del requisito di impresa di rilevanza strategica per l'economia nazionale. Infatti, non è a tal fine sufficiente la circostanza di operare quale vettore e terminalista in un “porto di rilevanza nazionale”, in quanto, in mancanza di un norma che qualifichi in modo univoco l’impresa di rilevanza strategica per l’economia nazionale, deve farsi riferimento al decreto legge n. 21 del 15 marzo 2012, convertito, con modificazioni, nella l. n. 56 dell’11 maggio 2012, per il quale la rilevanza strategica non è quella dell’impresa in sé, ma è limitata alla detenzione/gestione di alcuni “attivi” riconducibili a determinate infrastrutture, la cui puntuale individuazione è svolta, nel settore dei trasporti, dal D.P.C.M. n. 180 del 23 dicembre 2020, da cui deriva che tra gli attivi strategici nel settore del trasporto marittimo rientra soltanto l’infrastruttura (il porto di “interesse nazionale”) e quindi la gestione dell’intero sistema-porto (attualmente rimesso alle autorità di sistema portuale) e non l’attività di trasporto marittimo svolta dal vettore marittimo, né tantomeno le connesse attività logistiche (gestione terminal passeggeri). (1).


(1) Non risultano precedenti negli esatti termini