n. 572 - CdS: via libera con osservazioni ai tre decreti sulla disciplina del cinema e dell'audiovisivo
Comunicati stampa
n. 572 - CdS: via libera con osservazioni ai tre decreti sulla disciplina del cinema e dell'audiovisivo
n. 572 - CdS: via libera con osservazioni ai tre decreti sulla disciplina del cinema e dell'audiovisivo
1. Nel primo parere – reso sullo schema in materia di tutela dei minori –
Il Consiglio di Stato esprime apprezzamento per l’impianto del Decreto, incentrato sulla responsabilizzazione diretta di produttori e distributori, cui spetterà in prima battuta qualificare il film come “per tutti”, ovvero non adatto ai minori di 6 anni (nuova fascia introdotta), ovvero vietato ai minori di 14 o di 18 anni.
La nuova Commissione di verifica, che sostituisce quella di revisione del 1962, con un minor numero di componenti, dovrà verificare la correttezza della qualificazione proposta e, se del caso, modificarla. Nel parere, però, vengono espresse perplessità sulle modalità di composizione di questa nuova Commissione.
Condivisibile è – secondo
Tra i rilievi, quello relativo al nuovo sistema sanzionatorio, a cui andrebbero aggiunte anche sanzioni a carattere reputazionale (obblighi di pubblicità delle violazioni commesse dall’operatore).
2. Nel secondo parere, in materia di lavoro nel settore cinematografico e audiovisivo,
Il parere del Consiglio di Stato, però, rimarca che la delega contenuta nell’art. 35 della legge 220 del 2016 risulta in gran parte non attuata, mancando le disposizioni, previste dalla delega, volte a conseguire obiettivi di semplificazione e razionalizzazione delle procedure ed a rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro. Inoltre, nella parte relativa alla definizione dei criteri di classificazione delle professioni nel settore audiovisivo, lo schema di decreto ne rimette l’attuazione a semplici “linee guida”, adottate d’intesa tra Stato e Regioni. Invece, sottolinea il parere, in considerazione della natura innovativa dei suoi contenuti, tale atto ha natura di un vero e proprio regolamento, che potrà ben essere adottato previa intesa Stato-Regioni.
3. Nel terzo parere,
Nel parere si ritiene che una delle novità più contestate dagli operatori del settore dell’emittenza, e cioè l’obbligo di trasmettere una determinata quota settimanale di opere europee e nazionali nella fascia oraria del prime time (ore 18-23), sia giustificata proprio dall’esigenza di dare piena attuazione alla delega, che impone di individuare regole che assicurino “l’efficacia” di tali obblighi di promozione, evitando le ricorrenti pratiche elusive.
In relazione ai servizi on demand,
Si condivide, poi, l’innalzamento delle sanzioni e la previsione secondo la quale la sanzione può essere commisurata in percentuale rispetto al fatturato dell’operatore responsabile della violazione. Infatti, le sanzioni pecuniarie attualmente previste risultano incongrue in rapporto all’entità degli investimenti nel settore, con il rischio che le sanzioni divengano un “costo di gestione” sopportabile.
Per il Consiglio di Stato, accanto alla tradizionale sanzione patrimoniale, si potrebbe valutare anche l’introduzione di sanzioni di tipo reputazionale, quali l’obbligo di pubblicizzare adeguatamente la violazione di cui il soggetto si è reso responsabile.
In relazione ai poteri di vigilanza e controllo attribuiti all’AGCOM,
Infine,
Roma, 6 novembre 2017
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- Comunicato n. 572 , (353280kb)