Comunicati stampa

n. 578 - Consiglio di Stato: si ad indennizzo per autista vittima della camorra

n. 578 - Consiglio di Stato: si ad indennizzo per autista vittima della camorra

Con la sentenza n. 5641/2017, depositata oggi, la III Sezione del Consiglio di Stato ha deciso, confermando la sentenza del Tar Campania - Sezione staccata di Salerno –  Sezione II - n.1371/2015, per l’indennizzo del signor M, all’epoca dei fatti autista del Ministero della Giustizia, rimasto gravemente ferito insieme all’allora Procuratore della Repubblica di Avellino, in un agguato camorristico.

Il sig. M. nel 2011, aveva chiesto l’indennizzo previsto dalla legge n.302/1990 per le vittime del “dovere”, ma il Ministero dell’Interno l’aveva negato, ritenendo che la parentela di quarto grado con due soggetti appartenenti alla criminalità organizzata, fosse circostanza ostativa ai sensi dell'art. 2-quinquies del D.L. 151/2008.

I giudici di Palazzo Spada, nel confermare la sentenza appellata, hanno affermato che l’art. 2 quinquies del D.L. 151/2008, espressamente riferito solo ai familiari delle vittime, è norma eccezionale insuscettibile di estensione analogica anche alle stesse vittime che siano sopravvissute. Per le vittime, infatti, non sono previsti automatismi ostativi legati alla semplice parentela, con la prova dell’insussistenza, in concreto, del rischio che le somme possano andare a beneficio di organizzazioni criminali.

Nel caso di specie, conclude la sentenza “la vittima, oltre ad essere totalmente estranea ad ambienti e logiche criminali, svolgeva, al momento dell’agguato, una funzione istituzionale di contrasto alle associazioni criminali (autista di un magistrato sottoposto a particolari misure di protezione), che lo ha messo in condizione di rischiare la propria vita, e lo ha altresì indotto a compiere azioni tali da salvare persino la vita altrui. In nessun atto si adombrano sospetti di vicinanza agli ambienti mafiosi, né si indicano elementi concreti, o rapporti, che possano minimamente offuscare la limpidezza e la significatività del comportamento della vittima, prima, durante e dopo i fatti”

 

Roma, 1 dicembre 2017