Comunicati stampa

n. 576 - Consiglio di Stato: su lavori MOSE, stretta sulle misure anticorruzione

n. 576 - Consiglio di Stato: su lavori MOSE, stretta sulle misure anticorruzione

“Prioritario assicurare possibilità di confisca per intero, per profitti reati corruzione già contestati”

Con sette sentenze gemelle, pubblicate oggi, la Terza sezione del Consiglio di Stato ha esaminato una questione legata alla vicenda penale che ha interessato gli ex amministratori del Consorzio Venezia Nuova, concessionario dei lavori per la realizzazione del MOSE di Venezia.

I giudici di Palazzo Spada, riformando la sentenza del TAR Lazio (la n.12868/2016), hanno confermato la legittimità del provvedimento adottato dal Prefetto di Roma che – in applicazione della misura della straordinaria e temporanea gestione del contratto, prevista dall’art. 32, comma 1, lett. b), d.l. 90/2014 - aveva ordinato ai commissari ad acta di accantonare tutti gli utili derivanti dall’esecuzione commissariale del contratto, anche se spettanti alle imprese consorziate che non erano parti del contratto di concessione.

Nella sentenza si legge che “la ratio della norma è quella di consentire il completamento dell’opera nell’esclusivo interesse dell’amministrazione concedente mediante la gestione del contratto in regime di ‘legalità controllata’. Ciò al fine di scongiurare il paradossale effetto di far percepire, proprio attraverso il commissariamento che gestisce l’esecuzione del contratto, il profitto dell’attività criminosa”.

Se questa è la ratio – conclude il Consiglio di Stato - la separazione giuridica tra il Consorzio e le imprese che ne fanno parte non è circostanza in grado di paralizzare l’effetto anticorruttivo della disposizione di legge ed il conseguente congelamento degli utili, che deve necessariamente estendersi a tutti coloro che eseguono i lavori per conto del Consorzio Venezia Nuova (concessionario dei lavori per la realizzazione del MOSE), essendo prioritaria la conservazione dei proventi dell’eventuale corruzione, in attesa della definitiva sentenza penale. 

 

Roma, 27 novembre 2017