Diniego di affissione manifesti Unione Atei su obiezione di coscienza
Diniego di affissione manifesti Unione Atei su obiezione di coscienza
Sanità pubblica - Obiezione di coscienza – Manifesti – Diniego concessione spazi affissione – Legittimità – Fattispecie.
E’ legittimo il diniego di concessione dell’uso del servizio delle pubbliche affissioni” per i centotrenta manifesti della campagna nazionale promossa dall’Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti “Non affidarti al caso”, in tema di obiezione di coscienza in ambito sanitario, opposto per violazione delle norme vigenti in riferimento alla protezione della coscienza individuale e per la tutela dovuta ad ogni confessione religiosa e a chi la professa (1).
(1) La Sezione ha accolto l’appello del Comune di Genova, che “non aveva concesso l’uso del servizio delle pubbliche affissioni” per i centotrenta manifesti della campagna nazionale promossa dall’Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti “Non affidarti al caso”, in tema di obiezione di coscienza in ambito sanitario.
Il provvedimento comunale di diniego all’affissione era motivato dal fatto che il manifesto poneva in evidenza «una possibile violazione di norme vigenti in riferimento alla protezione della coscienza individuale (artt. 2, 13, 19 e 21 della Costituzione) e al rispetto ed alla tutela dovuti ad ogni confessione religiosa e a chi la professa». Il Comune chiedeva pertanto la modifica della bozza del manifesto che contrapponeva il busto di un medico a quello di un ministro del culto cristiano, con la scritta “Testa o croce?” e poi “Non affidarti al caso” e “Chiedi subito al tuo medico se pratica qualsiasi forma di obiezione di coscienza”.
Il Tar Liguria aveva accolto il ricorso contro il diniego del Comune di Genova. Il comune di Genova ha fatto appello e il Consiglio di Stato ha accolto l’appello.
Il Consiglio di Stato, pur riconoscendo «naturalmente legittima la critica alle scelte dei medici obiettori», ha ritenuto alla luce dei principi costituzionali e della CEDU che legittimamente il Comune aveva considerato le caratterizzazioni del manifesto inutilmente discriminatorie, incontinenti e offensive per le scelte etiche o religiose fatte proprie dai medici obiettori di coscienza, la cui opzione professionale è garantita dalla legge n. 194 del 1978 sull’interruzione volontaria della gravidanza.
Anno di pubblicazione:
2019
Materia:
SANITÀ pubblica e sanitari
Tipologia:
Focus di giurisprudenza e pareri